Burger King assume il controllo di Google Home

Burger King utilizza l’Internet delle Cose di Google Home nell’ultimo spot pubblicitario.

Burger King hacks Google Home

Abbiamo scritto molto sulla scarsa sicurezza dell’Internet delle Cose (IoT) e sui dispositivi connessi. Molte persone si sono anche chieste quanto siano sicuri i propri dispositivi con controllo vocale come Google Home, Alexa e simili. E stiamo parlando di ricercatori molto importanti.

Ad ogni modo, non sospettavamo che un dispositivo come Google Home venisse manomesso non da un hacker ma da un attore che pubblicizza hamburger. Nel seguente spot pubblicitario, potete vedere che la telecamera fa uno zoom sull’attore che pronuncia le paroline magiche Ok, Google:

Sembra essere inoffensivo, vero? Forse no. In questo video potete vedere lo stesso spot ma con una piccola modifica:

Acquisizione computer, Batman! Sì, il comando ha funzionato. Non è avanzato come lo studio svolto la scorsa settimana alla conferenza SAS, però almeno l’inserzionista non dice “Alexa, ordinami un Whopper”.

Un recente articolo di TechCrunch ha sollevato il grido di guerra per quanto riguarda i problemi di privacy, affermando che “nel migliore dei casi, è davvero fastidioso per le persone che hanno il dispositivo nei propri salotti. Nella peggiore delle ipotesi, invece, solleva una serie di questioni sulle limitazioni tecnologiche e sui problemi di privacy che riguardano questi assistenti intelligenti”.

La lamentela ha i suoi meriti ma la verità è che prima o poi sarebbe successo perché i pubblicitari sono alla ricerca delle ultime mode. Burger King l’ha fatto di proposito, ma questo risultato ci fa pensare all’incidente in cui, per mancanza di accortezza, una bambina di 6 anni ha comprato biscotti e una casa delle bambole chiedendolo al dispositivo Echo dei suoi genitori (poi, quando la notizia è stata annunciata al telegiornale, anche i dispositivi Alexa dei telespettatori hanno ordinato case delle bambole).

Controllando le impostazioni della pagina d’aiuto di Google Home, non riesco a capire come poter configurare un codice d’acquisto come su Amazon; sono riuscito solo a capire come filtrare il contenuto inappropriato.

Sarebbe interessante sapere cosa pensano Google, i pubblicitari e gli sviluppatori di questi dispositivi intelligenti di questo incidente. Dato il numero di case con questi tipi di dispositivi, non credo che questa sia l’ultima notizia che ascoltiamo sul cattivo utilizzo del riconoscimento vocale.

Nel frattempo, possiamo aggiungere il 12 aprile negli annali della storia di Internet come il giorno in cui una catena di fast food ha fatto in modo che un attore si trasformasse in hacker. In alcuni forum le persone si domandano perché non sono stati loro ad avere un’idea simile e perché i cappucci degli hacker sono stati scambiati con corone di carta e una porzione di patatine.

Consigli